CAPITOLO 1 - AVVERTENZE
DEFINIZIONI
COMUNITA' DI VALLE: enti pubblici locali previsti dalla l.p. 16 giungo 2006 n.3 di riforma istituzionale, che li ha individuati come livello istituzionale adeguato per l'esercizio di importanti funzioni amministrative. La provincia è suddivisa in 16 territori, 15 di questi si costituiscono in Comunità. La legge prevede che le Comunità svolgano funzioni molto rilevanti per la popolazione e per lo sviluppo dei rispettivi territori, in alcuni settori esercitano competenze che finora erano in capo alla Provincia (ad es. politiche della casa, politiche sociali e assistenziali, pianificazione urbanistica).
AREE PROTETTE DEL TRENTINO: sono individuate dall’articolo 34 della l.p. 23 maggio 2007 n. 11 e costituiscono l'insieme delle aree destinate alla conservazione di habitat, specie ed emergenze naturalistiche e alla valorizzazione socio-economica e culturale sostenibile. Il sistema è costituito dai Parchi e dalle Reti di riserve in primis, dalle aree protette esterne ad essi, cioè alcune Riserve naturali e Riserve locali, dalle Riserve non ancora istituite e dai rimanenti siti della Rete Natura 2000. Nel complesso tale sistema interessa il 32% del territorio provinciale.
- PARCHI: sono i più antichi e consolidati istituti di protezione, che riguardano ambiti territoriali vasti, caratterizzati da notevole interesse ecologico e paesaggistico.
- RETI di RISERVE: sono lo strumento ideato per ottimizzare la gestione e la valorizzazione delle aree protette, con un approccio dal basso, attivato su base volontaria dai comuni in cui ricadono aree protette e sistemi territoriali di particolare interesse naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico. La gestione e la valorizzazione delle aree protette, organizzate in una rete territoriale, viene cioè affidata alla comunità locale, che agisce sulla base di un accordo di programma formalmente pattuito con l’amministrazione provinciale e di un idoneo piano di gestione approvato.
- RISERVE NATURALI: territori destinati specificamente alla conservazione di una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, oppure di uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche e per il mantenimento delle risorse genetiche.
- RISERVE LOCALI: costituite da territori di limitata estensione d'interesse comunale, gestite ai fini della conservazione dei loro caratteri e dei loro contenuti morfologici, biologici ed ecologici, o da altre zone di rilevanza locale, ambientale, paesaggistica, storica e culturale che si prestano a una valorizzazione che non ne pregiudichi la conservazione.
- RETE NATURA 2000: rete di aree destinate alla conservazione di habitat o specie di interesse europeo. Costituita dalle Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.) e dalle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.), si sovrappone alla quasi totalità delle aree protette trentine, e ne completa la distribuzione sul territorio provinciale.
La RACCOLTA DIFFERENZIATA comprende: frazione umida, carta e cartone, multimateriale, vetro, plastica, metalli, legno, tessili, RAEE, rifiuti urbani pericolosi e altro.
RACCOLTA DIFFERENZIATA:
- MULTIMATERIALE: riguarda la raccolta di vetro, plastica, alluminio e banda stagnata.
- RAEE: sono rifiuti omposti da apparecchi elettrici ed elettronici ed equivalgono ai beni durevoli.
- RIFIUTI URBANI PERICOLOSI: sono rifiuti generati da attività produttive, o dall'uso comune e contengono un'elevata dose di sostanze inquinanti (es. medicinali scaduti, pile scariche, prodotti infiammabili, tossici o nocivi).
- ALTRO: comprende tutto il materiale non riciclabile che non può essere conferito in altre categorie; va smaltito in modo corretto per contenere i danni all'ambiente.
TIPOLOGIE D'USO DELL'ACQUA:
- CIVILE: uso dell'acqua connesso agli acquedotti pubblici o privati (uso potabile, uso domestico, irrigazione aree sportive e verde pubblico, ecc.);
- AGRICOLO: uso dell'acqua connesso all'agricoltura (irriguo, antibrina, zootecnico, ecc.);
- INDUSTRIALE: uso dell'acqua connesso all'industria (per processo, per raffreddamento, per lavaggio inerti, ecc.);
- ITTIOGENICO/PESCICOLTURA: uso dell'acqua connesso all'attività di allevamento di pesci ed alla pesca sportiva;
- INNEVAMENTO: uso dell'acqua connesso alla produzione artificiale di neve;
- ALTRO: usi diversi da quelli sopra elencati;
- IDROELETTRICO: uso dell'acqua connesso ad impianti di produzione idroelettrica o di forza motrice con potenza di concessione fino a 3 MW;
- GDI (GRANDI DERIVAZIONI IDROELETTRICHE): uso dell'acqua connesso ad impianti di produzione idroelettrica con potenza di concessione superiore a 3 MW.
VOLUME ANNUO DERIVABILE CONCESSO [milioni di MC/A]: corrisponde all'entità di volume annuo, ricavata dai valori di portata (o di volume) e di periodo fissati nei singoli titoli a derivare. Il volume è quindi espresso in mc/anno.
LOCALIZZAZIONE DELL'UTILIZZO DELL'ACQUA: la localizzazione e la conseguente attribuzione al territorio di una Comunità di Valle è effettuata con riferimento a ciascuno punto di derivazione. La localizzazione del punto di derivazione spesso non coincide con il punto di utilizzo effettivo dell'acqua che potrebbe trovarsi nel territorio di un'altra Comunità.
LA RETE DI MONITORAGGIO DELL'ARIA
La valutazione della qualità dell'aria ambiente è effettuata, per ciascun inquinante, ad esclusione dell'ozono, con le modalità previste dall'art.5 del D. Lgs. 155/2010. Per la valutazione si applicano: l'allegato III, relativo all'ubicazione delle stazioni di misurazione, l'appendice II, relativa alla scelta della rete di misura, e l'appendice III, relativa ai metodi di valutazione diversi dalla misurazione. Per quanto riguarda l'ozono la valutazione della qualità dell'aria ambiente è effettuata sulla base dei criteri previsti dall'art.8, dagli allegati VII, VIII e IX e dalle appendici II e III del D. Lgs. 155/2010.
La rete di monitoraggio della qualità dell'aria è stata da ultimo definita nel 2014 secondo la zonizzazione in vigore.
Località monitorate: Borgo Valsugana, Riva del Garda, Rovereto, Trento Nord (Via Bolzano), Trento Parco S. Chiara, Piana Rotaliana, Monte Gaza. La rete può inoltre disporre di due Stazioni mobili utilizzate su tutto il territorio provinciale.
Inquinanti analizzati: Particolato sottile PM10, Particolato fine PM2,5, Ossido di azoto, Ozono, Ossido di Carbonio, Biossido di Zolfo, Benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), Metalli.
Il D.Lgs 155/2010 ha stabilito valori limite, valori obiettivo e soglie di informazione/allarme per la protezione della salute umana. In particolare, fra gli altri:
a) valori limite per PM10
- media annuale: 40 µg/m3
- numero superamenti della media giornaliera di 50 µg/m3: 35 superamenti
b) valore limite per Biossido di azoto
- media annuale: 40 µg/m3
c) valore limite per Benzene
- media annuale: 5 µg/m3
d) valori soglia per Ozono
- soglia di informazione: 180 µg/m3
- soglia di allarme: 240 µg/m3
TERREMOTI:
Fino al 1990 gli eventi venivano registrati tramite strumentazione di tipo analogico: la scarsa sensibilità del sensore (sismometro) e la bassa dinamica dell'acquisitore (centralina) non permettevano il rilevamento dei terremoti più "deboli". Nel 1991 si è passati ad una strumentazione digitale, che ha permesso la registrazione e localizzazione di sismi con magnitudo di poco superiore allo 0.
Per quanto riguarda la magnitudo:
- Fino al 2008 veniva usata la magnitudo di durata (MD), che considera la durata in secondi del segnale sismico e mediante formula logaritmica la trasforma in un numero puro.
- Dal 2009 in poi si è passati alla magnitudo d'ampiezza (MA) o locale (ML) della scala Richter che prende in considerazione l'ampiezza del segnale sismico, che si esprime attraverso il logaritmo decimale del rapporto fra l'ampiezza registrata da un particolare strumento, il pendolo Wood-Anderson, e una ampiezza di riferimento.